di Ornella Nicotra – TgTourism
Si dice che di notte il Colosseo sia il regno di spettri e demoni che risalgono dagli anfratti della cavea per vendicare la loro morte.
Le orme dei leggendari gladiatori risuonano tra gli archi silenziosi nella notte, mentre il caldo e la luna estivi stanno a guardare.
Se volete rabbrividire e farvi suggestionare dal passato del monumento simbolo di Roma, l’occasione perfetta è una visita notturna iniziando dall’arena, cuore del Colosseo. Da lì si vedono i profondi sotterranei, le cavità delle gallerie e il susseguirsi delle arcate interne, resi più suggestivi dall’illuminazione serale.
E le suggestioni non mancano:
- In Epoca romana il sangue dei gladiatori morti veniva usato per riti di magia che servivano ad allontanare le anime dei morti di morte violenta, perchè si credeva che continuassero a vagare dove avevano vissuto gli ultimi istanti.
- Nel Medioevo divenne un covo di prostitute e briganti che vi seppellivano le loro vittime, alcune ancora mezze vive.
- Ma fu nel Rinascimento che il Colosseo si trasformò nel tempio di Belzebù e divenne una delle 7 porte dell’inferno. Streghe e negromanti praticavano le loro arti e piantavano semi magici provenienti dall’oriente misterioso.
- La testimonianza più ‘autorevole’ è di Benvenuto Cellini che nel 1532 racconta di essere andato al Colosseo con un prete siciliano, suo amico, esperto di negromanzia. Il prete iniziò il rito magico disegnando cerchi per terra e invitando i presenti a entrare in quello più grande. In quel momento legioni di spiriti si risvegliarono dalle tombe e infestarono il ‘Culiseo’. E pare che ancora continuino. (Benvenuto Celllini, La Vita, Vol. I, Torino, Cugini Pompa e Compagnia, 1852, pp. 192-194)
Lasciando i fantasmi alle loro catene e proseguendo, conoscerete la storia e la descrizione dell’Anfiteatro Flavio (il Colosseo), i racconti di come erano organizzati i giochi dei gladiatori e da chi era composto il pubblico degli antichi romani.
Potrete visitare anche i sotterranei, dove gladiatori e belve feroci attendevano di entrare nell’arena per sfidarsi in giochi e cacce cruente e vedere il funzionamento dei famosi ‘ascensori’ che portavano uomini e animali dai sotterranei all’arena.
La visita prosegue con un affaccio dall’alto sull’intera cavea del monumento, frastagliata dai chiaroscuri dell’illuminazione notturna e si conclude sul belvedere Valadier e sulla spettacolare vista dell’Arco di Costantino e delle pendici del Palatino.
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